Big Muff Pub: un vero e proprio spazio in cui staccare dalla quotidianità
D: Raccontaci chi sei…
R: Ciao! Io sono Fabrizio, ho 37 anni ed abito nel quartiere Aurelio dove successivamente ho deciso di aprire la mia attività. Precedentemente ho lavorato per 15 anni nel settore del vino e, in seguito, ho deciso di conciliare la mia passione per la birra nell’apertura del pub.
D: Quando e come è nata l’attività?
R: L’attività è nata a novembre del 2018 da una passione che avevo per le birre e, più in generale, per i pub. Quest’ultimo visto come spazio di cultura e aggregazione nel quale si ritrovano le persone a prescindere dal ceto sociale, condividendo idee e sensazioni. Un vero e proprio spazio in cui staccare dalla quotidianità. La conoscenza delle birre è direttamente collegata alla sua cultura in riferimento al pub anglosassone, una sorta di piazza in cui ci si incontra.
D: Come è cambiato il tuo modo di lavorare durante la pandemia? Ormai parliamo di quasi un anno. Che soluzioni hai adottato per combattere la crisi?
R: La differenza più grande rispetto a prima è stata quella della mancanza di contatto con le persone, lo scopo principale per il quale ho aperto quest’attività. I clienti non hanno mai smesso di cercarmi, siamo sempre rimasti in contatto. Per questo motivo, ho deciso di adottare una nuova soluzione: la birra d’asporto, principalmente alla spina (imbottigliata per l’asporto proprio come si fa con il vino sfuso). Questo mi ha permesso di rimanere legato ai miei clienti, scambiando due chiacchiere e condividendo dei piccoli momenti insieme. Ho scelto di dedicarmi all’asporto della sola birra perché la mia principale attività era questa. In tal modo ho avuto l’opportunità di continuare il rapporto instaurato in passato con i miei clienti.
D: Gli aiuti proposti dal Governo ti hanno aiutato o sono stati dei meri palliativi?
R: Gli aiuti del Governo per me sono stati molto importanti. Sono stati d’aiuto in particolar modo per “sopravvivere” in questo duro periodo. Ovviamente, gli incassi sono stati minori, ma sono riuscito ad andare avanti. Mi ritengo anche molto fortunato sotto questo punto di vista, molti dei miei colleghi non hanno ricevuto aiuti da parte del Governo.
D: Che prospettive hai per il futuro se la situazione dovesse continuare ancora per qualche mese?
R: Credo che si debba iniziare a convivere con quello che sta accadendo. Bisognerà intervenire ancora di più prima di tornare alla normalità. Quando dico “normalità” penso a vivere la vita in tutti i suoi lati. Per questo spero che con il green pass vengano meno i limiti che ci sono stati imposti. La mia principale prospettiva è quella di rimanere vicino ai miei clienti, in condizioni di piena responsabilità. Se dovesse peggiorare la situazione e dovessi trovarmi di fronte ad una nuova chiusura, tornerò sicuramente all’asporto, ma con minore pazienza rispetto a prima. Il colpo è stato assorbito, ora bisogna ripartire!
D: Ringraziandoti del tuo tempo ti chiedo un’ultima battuta, un appello che senti di dover fare al nostro pubblico.
R: Il mio appello è quello di lasciarsi ansie e frustrazioni alle spalle, tornare al rilassamento e alla serenità. Ritornare a incontrarsi con la voglia di vivere senza limiti e senza paure.