Matteo Desideri: intervista al pasticciere monteverdino che resiste alla crisi
Matteo Desideri, giovane pasticciere di Monteverde, intervistato dalla nostra redazione
Matteo Desideri, è un giovane monteverdino nato nel 1991, figlio dei proprietari della storica e rinomata pasticceria nel quartiere Monteverde: DOLCI DESIDERI OZANAM. Abbiamo avuto il piacere di incontrare questa eccellenza del territorio, che ci ha raccontato anche i cambiamenti avvenuti nella sua vita personale e lavorativa nel corso di questo difficile periodo.
Quando e come è nata la tua attività?
E’ nata nel 1958 con mio nonno, originario di un paesino in provincia di Rieti. Trasferitosi a Roma, ha deciso di intraprendere la vita da pasticciere, con pochissima esperienza che man mano nel corso degli anni ha acquisito, fino a diventare una delle pasticcerie più conosciute del quartiere. Una tradizione di famiglia che continua tutt’oggi: io sono la terza generazione.
Come è cambiato il tuo modo di lavorare durante la pandemia (ormai in corso da quasi un anno)?
Che soluzioni hai adottato per combattere la crisi (es. e-commerce, consegna a domicilio o altro)?
Ci siamo adattati con le consegne a domicilio, imparando a lavorare alla giornata, osservando sempre le normative del governo. Adattare l’intero negozio secondi le nuove normative è sempre molto difficile. Nonostante la nostra pasticceria sia molto conosciuta in zona, abbiamo avuto un calo e risentito della crisi.
I sussidi proposti dal Governo vi hanno aiutato o sono stati dei meri palliativi?
Innanzitutto gli aiuti sono arrivati molto tardi perché la categoria degli artigiani, come quella è quella dei pasticceri, non è stata da subito riconosciuta come prioritaria; quindi è giunto un aiuto tardivo e non completo. Siamo stati un po’ accantonati dallo Stato. Le prime casse integrazioni le abbiamo ricevute ad inizio Settembre, molto tempo dopo la richiesta fatta a Marzo.
A livello più territoriale, l’amministrazione locale del Municipio XII ti è stata vicino?
Hanno fatto qualcosa concretamente o vi siete sentiti un po’ abbandonati?
Nel periodo di lockdown, parliamo di marzo, noi abbiamo fatto un banchetto di spesa sospesa ed il Municipio ci ha aiutato parecchio a regolarizzare questa iniziativa, insieme con i Vigili Urbani. A fine lockdown ci hanno ringraziato anche sui social del Municipio e del Comune di Roma. Una bella soddisfazione.
Parlavi delle vostre iniziative sociali e solidali, es. la spesa sospesa.
Puoi raccontarci questa e altre esperienze che avete avuto in questo periodo?
Abbiamo sì aiutato, ma ci è tornato indietro anche qualcosa. Durante Pasqua abbiamo portato dei doni allo Spallanzani, un’ospedale qui vicino, in prima linea durante questa pandemia; e per questo siamo stati riconosciuti anche da un giornale. Stessa cosa anche sotto la festività di San Giuseppe, nella quale abbiamo portato i nostri bignè. Abbiamo riproposto l’iniziativa anche sotto Natale: proprio oggi e domani porteremo doni allo Spallanzani e siamo rimasti in contatto con alcune famiglie bisognose, che ci possono scrivere in privato e in maniera anonima, a cui porteremo proprio nei prossimi giorni beni di prima necessità.
Che prospettive hai per il futuro se la situazione dovesse continuare ancora per qualche mese?
Penso che chi ha coltivato bene il discorso lavorativo e l’asporto durante il lockdown, ora ne raccolga i frutti. Per questo, nonostante il periodo, il lavoro per fortuna non manca. Spero che la gente sia più incentivata a comprare un prodotto artigianale piuttosto che un oggetto industriale del megastore. Posso dire che per questo Natale è stato così e, parlando a nome della categoria artigiani, questo ci ha reso sicuramente felici. Penso che la qualità alla fine paghi sempre.
Ringraziandoti del tuo tempo ti chiedo un’ultima battuta, un appello che senti di dover fare al nostro pubblico.
La nostra è una pasticceria storica che portiamo avanti per tradizione. Non abbiamo mai abbassato la qualità dei nostri prodotti, lasciando invariati i prezzi al consumatore nonostante al contrario sia aumentato il prezzo delle materie prime.
Vorrei solo aggiungere che la forza principale in questo Paese siamo noi, le persone, senza purtroppo grandi sussidi da parte dello Stato. Aiutarci tra di noi il più possibile è non solo importante, ma risulterà la ricetta vincente.
Fonte Immagine: Redazione SPQRdaily