Noam Chomsky compie 92 anni: uno scorcio alla sua vita
Noam Chomsky: il rivoluzionario della linguistica compie 92 anni
In un anno infausto in cui ci hanno lasciato fin troppi grandi uomini di arte e cultura di tutto il mondo nati nel secolo scorso (Gigi Proietti, Luis Sepúlveda, Sean Connery per citarne alcuni), il 7 dicembre abbiamo celebrato invece il 92esimo compleanno di Noam Chomsky.
Linguista, filosofo, scienziato cognitivista, teorico della comunicazione, attivista politico e saggista, Chomsky nasce il 1928 a Filadelfia da un padre studioso di ebraismo e linguaggio ebraico e una madre con una spiccata sensibilità politica. Questi due ruoli positivi fin da piccolo influenzeranno enormemente il percorso di studi e il pensiero umanistico alla base delle sue teorie linguistiche.
Nonostante la sua visione estremamente critica verso le istituzioni accademiche americane, Chomsky si laurea nel 1955 al MIT; nel 1966 sarà già titolare della cattedra di lingue moderne e linguistica.
E’ durante questo periodo, nel pieno dei suoi trent’anni che Chomsky sviluppa il pensiero fondatore della linguistica generativista: un’interpretazione della linguistica che intende spiegare le leggi che governano il prodursi del linguaggio e che si oppone alla linguistica strutturalista funzionalista. L’obiettivo di questa teoria è sviluppare una grammatica in grado di generare frasi, come il parlante di un linguaggio è in grado di produrre un numero virtualmente infinito di frasi usando il numero finito di parole e il numero finito di regole grammaticali di sua conoscenza.
Oltre ad aver concepito il contributo maggiore alla linguistica teorica del XX secolo, Chomsky diviene presto un punto di riferimento della sinistra radicale internazionale; studiando i rapporti tra stato, intellettuali e cittadini e l’uso dei mass media per la mediazione dei suddetti.
E’ infatti uno dei primi intellettuali del secolo scorso ad individuare l’oscurantismo come un deliberato tentativo da parte di governo e intellettuali di controllo sociale; come uso di un linguaggio ottuso per comunicare fatti semplici alle ‘masse’, e individuandolo come caratteristica della società occidentale post-moderna.
Riguardo tali studi, nel 1988 esce il saggio scritto a quattro mani da Chomsky e l’economista statunitense Edward S. Herman “La fabbrica del consenso. La politica e i mass media”, nel quale viene esposta la teoria del modello di propaganda; ossia un sistema di propaganda attuato coi mezzi di comunicazione di massa ritenuto dallo studioso molto efficace per il controllo e la manipolazione dell’opinione pubblica.
Aspramente critico della politica estera di numerosi stati oltre agli Stati Uniti, coinvolto in un numero imprecisato di dibattiti roventi. Di spicco vi è la guerra tra Palestina e Israele, contro la quale si è sempre schierato; la guerra fredda, I gruppi anti-comunisti e così via. Egli ha addirittura dovuto usufruire della protezione della polizia in borghese, talmente forti furono le reazioni da lui suscitate.
Ciò nonostante, dalla comunità internazionale riceve numerosi riconoscimenti accademici; due lauree honoris causa in lettere dall’Università degli Studi di Firenze e in psicologia dall’Università di Bologna. Infine un dottorato onorario nel 2012 in neuroscienze, conferitogli dalla Scuola Internazionale Superiore degli Studi Avanzati di Trieste.
Illuminista e scettico, agnostico e pensatore libero, Noam Chomsky è una delle 10 fonti più citate nella storia della cultura assieme a nomi come Marx, Shakespeare e la Bibbia.
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